Posts tagged ‘recuerdos’

14 julio 2008

Bronisław Geremek

Nell’aprile del 2007, quando al potere in Polonia c’erano i gemelli ultraconservatori Lech e Jarosław Kaczyński, Geremek rifiutò di sottomettersi alla «lustracja», la legge che imponeva di certificare la totale mancanza di legami con il passato regime comunista: «Viola le regole morali, minaccia la libertà d’espressione, crea una sorta di ministero della verità e una nuova polizia della memoria», disse. Il governo polacco cercò di privarlo del mandato di eurodeputato, fino a quando la Corte costituzionale polacca, un mese dopo, annullò gran parte della legge.

da L’Unità

Seduto a fumare la sua pipa nella biblioteca ci aveva anticipato il suo ultimo gesto di libertà: votare al Parlamento europeo di Strasburgo contro la direttiva sui rimpatri forzati e il fermo prolungato a 18 mesi degli immigrati senza documenti. Così ha fatto, pochi giorni dopo, in disobbedienza all’indicazione favorevole del suo gruppo liberal-democratico.

da Gad Lerner

Prof. Bronisław Geremek w odpowiedzi na pytania, czy podda się lustracji: To sprawa prywatna, a o sprawach prywatnych rozmawiam tylko ze swoim lekarzem i kobietami. (Il Professor Bronisław Geremek in risposta a chi chiedeva se si sarebbe sottoposto alla lustracja: È una questione privata, e delle questioni private parlo solo col mio medico e con le donne).

da Gazeta Wyborcza

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20 junio 2008

Conciencia

PKiN

Después de nueve meses – apartando toda simbología – y después de haber estado allá en Febrero también, me he dado cuenta de que el pasado Septiembre estuve en Varsovia. De Varsovia ya hablé y volveré a hablar, pero no es tarea simple. Así que, por ahora, estas son algunas de las fotos que hice. Obviamente non son buenas, porque fotógrafo no soy, pero espero que den un poco la idea de lo que es la ciudad.

Qué digo. Si eso es imposible.

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18 junio 2008

I particolari

MacchineFotograficaLunga.JPG Anche lui scattava foto a qualsiasi cosa, quando era piccolo: e una volta mi ha spiegato che lo faceva per fissare su un foglio dei momenti dei quali proprio lui era stato testimone, e poi studiarli guardando i particolari che quando c’era passato gli erano sfuggiti. Per esempio, vedi una macchina e poi sai dire di che colore è, di che modello, magari anche di che colore erano i sedili. Però non ti ricorderai la targa, o cosa c’era appeso allo specchietto retrovisore… a questo servono le fotografie. Certo, a questo. A che altro? Come si fa a sapere qual è il soggetto di una foto? Era la macchina? Il colore? La targa? Questo mi ha spiegato, con tutta l’accuratezza di cui era capace, in una lingua non sua, intercalando con milioni di “sai?”, e chiamando il mio nome e la mia attenzione ad ogni inizio frase, con la diligenza del mestiere, ma io questo lo sapevo già. Perché lo facevo anche io, ma era bellissimo sentirlo parlare così impegnato, come un padre che ascolta il figlio spiegargli cose antiche e sempre nuove, il sole che lascia il posto alla luna, l’acqua, il vento.

L’attenzione per i particolari, io la chiamavo: col tempo mi si è fatto notare che era tralasciare l’universale. Non era del tutto vero, ma concedetti che spesse volte era così. In effetti non riuscivo a studiare se non da mille libri diversi sullo stesso argomento per trovare qualcosa che qua è così e là invece no, per ripescare il terzo libro che mi svelasse il vero, naturalmente scelto in tutta arbitrarietà da me e solo da me. Non capisco ancora tutti quelli che non cercano l’altro, il diverso, o meglio il minoritario. Ora che tutti sanno che la storia è scritta dai vincitori, perché nessuno vuole vedere l’altra faccia della medaglia? Di cosa avete paura! Quello che vi manca è la presunzione di stare sopra le parti, quella che ho io, che è una di quelle verità artificiali come le bugie di Tore che tutti sanno che non sono vere però ci credono. Allo stesso titolo peraltro di uno che risolvendo un’equazione attribuisce un valore all’incognita, o di uno che dice che il percorso più breve fra due punti è la retta. Euclide si e io no?

Sono cresciuta da sola, come tutti credo. I bambini che giocavano insieme a me stavano nei loro mondi e io nel mio, mai ho incontrato nessuno nella mia infanzia. Per questo i particolari sono essenziali per me. E l’universale non è niente, non serve. Pensavo a Filippo, e non a Gesù; nel presepe pensavo cosa potesse capire il cane del pastore di quello che succedeva, se Dio stesso l’aveva fatto cane e non pastore, chiedendomi se fosse stato giusto. A scuola pensavo a Carlo Magno come uno che non poteva avere i capelli scuri, quando tutti pensavano all’imperatore del Sacro Romano Impero; poi pensavo alla madre di Sant’Agostino e alla madre di Kant o Marx, a cosa avrebbero detto incontrandosi. Quando avevo dieci anni non pensavo che ci potesse essere qualcun altro che pensasse le stesse cose. In realtà non pensavo ci potesse essere un altro. E anche dopo, credevo che un altro non esistesse sulla faccia della terra: questione di probabilità e di giustizia divina. Tutti mi sembravano costituzionalmente diversi fra loro e soprattutto diversi da me, ed ero incapace di capirli come loro lo erano di capire me, e a spiegarsi si perde il tempo e la salute. Ma a trovarselo davanti, l’altro, senza cercarlo, apparso per vie traverse e del tutto fortuite o casuali, si rimane spiazzati, parola. Non è facile capire che è proprio l’altro poi: equilibrismi per vedere senza essere visti che squilibrano, essendo speculari. L’altro, lo stesso.

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9 junio 2008

Africa


Ho un’amica che è in Mozambico e che fa delle foto bellissime.

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21 May 2008

Omaggio al Maggio 1968

EDIT: Ehm, devo spiegarla?

14 May 2008

Commemorazioni

Oggi è il LX anniversario della Nakba. Sempre che L stia per 50.

7 febrero 2008

Praga, Varsavia.

praga.jpg

Questa volta non ho ancora avuto il tempo, ma ci andrò: mi manca da vedere una fabbrica di Vodka.

(Se non lo sapete, sappiatelo)

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9 enero 2008

Donde se nos necesita, vamos

El arte, el arte: si al artista se le pide ser cutre, lo consigue.

Con esto quiero decir que nos obligaron.
Me obligaron.

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